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SOS VOLPI PIACENZA
SIT-IN DI PROTESTA
E CONSEGNA DELLE 11600 FIRME RACCOLTE FINO AD OGGI
LUNEDI 18 NOVEMBRE DALLE ORE 17
DAVANTI ALLA PROVINCIA DI PIACENZA
la Provincia di Piacenza ha deliberato un piano di abbattimento delle volpi che per 5 anni permettera' di cacciarele sempre, giorno e notte, in tana con l'ausilio dei cani, anche quando ci sono i cuccioli, con le trappole, con squadre di 10 cacciatori e 4 cani,con i fucili a canna liscia e con le carabine.
Nel 2013\2014 verranno ammazzate le prime 239 volpi Le si imputa di avere sterminato lepri e fagiani, di portare malattie e di
distruggere i pollai
NOI NON SIAMO D'ACCORDO
Il piano di abbattimento e' in realta' un modo per prolungare la stagione venatoria tutto l'anno e permettere ai cacciatori di eliminare, divertendosi, i predatori delle loro prede, fagiani e lepri.
PER QUESTO ABBIAMO RACCOLTO MIGLIAIA DI FIRME DI CITTADINI CONTRARI A QUESTA DECISIONE E LE CONSEGNEREMO ALLA PROVINCIA PER CHIEDERE DI REVOCARE LA DELIBERA
SIETE TUTTI INVITATI.......
IL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI ANIMALISTE ED AMBIENTALISTE DI PIACENZA
LE VOLPI RINGRAZIANO
Legambiente, WWF, Amici del cane, Arca di Noè, Asilo del cane, Gatti nel cuore, Lega Anti Vivisezione (LAV), Lega Nazionale per la
difesa del cane, Leal Cortemaggiore, Leal Piacenza, Micio Bau, Micioamico, Oipa, Senza Catene, Qua la Zampa
Fai clic qui per effettuare modifiche.
SIT-IN DI PROTESTA
E CONSEGNA DELLE 11600 FIRME RACCOLTE FINO AD OGGI
LUNEDI 18 NOVEMBRE DALLE ORE 17
DAVANTI ALLA PROVINCIA DI PIACENZA
la Provincia di Piacenza ha deliberato un piano di abbattimento delle volpi che per 5 anni permettera' di cacciarele sempre, giorno e notte, in tana con l'ausilio dei cani, anche quando ci sono i cuccioli, con le trappole, con squadre di 10 cacciatori e 4 cani,con i fucili a canna liscia e con le carabine.
Nel 2013\2014 verranno ammazzate le prime 239 volpi Le si imputa di avere sterminato lepri e fagiani, di portare malattie e di
distruggere i pollai
NOI NON SIAMO D'ACCORDO
Il piano di abbattimento e' in realta' un modo per prolungare la stagione venatoria tutto l'anno e permettere ai cacciatori di eliminare, divertendosi, i predatori delle loro prede, fagiani e lepri.
PER QUESTO ABBIAMO RACCOLTO MIGLIAIA DI FIRME DI CITTADINI CONTRARI A QUESTA DECISIONE E LE CONSEGNEREMO ALLA PROVINCIA PER CHIEDERE DI REVOCARE LA DELIBERA
SIETE TUTTI INVITATI.......
IL COORDINAMENTO DELLE ASSOCIAZIONI ANIMALISTE ED AMBIENTALISTE DI PIACENZA
LE VOLPI RINGRAZIANO
Legambiente, WWF, Amici del cane, Arca di Noè, Asilo del cane, Gatti nel cuore, Lega Anti Vivisezione (LAV), Lega Nazionale per la
difesa del cane, Leal Cortemaggiore, Leal Piacenza, Micio Bau, Micioamico, Oipa, Senza Catene, Qua la Zampa
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Gli esercizi commerciali che ospitano la raccolta firme:
-Il pane Quotidiano,via Calzolai,Piacenza
-Erboristeria l'Oca Irriverente, via Mazzini 55 Piacenza
-Libreria Feltrinelli, via xx Settembre ,Piacenza
-Bottega commercio equo Pecora Nera, via Legnano, Piacenza
-Animalandia,via Rigolli 47,Piacenza
-Parrucchiere Sandro,via S.Antonino 12, Piacenza,
-Clinica veterinaria Fina, via Piacandello 10 , Piacenza
-Bar Le Lanterne, Via Pace 12,Piacenza
-Naturasì, via Emilia Pavese 88, Piacenza
-Lo Fai,Handmade Bar, via Cavalletto 4,Piacenza
-Il Punto macrobiotico-via Alberoni 38 Piacenza
-L'Albero del Pane via X Giugno 80-Piacenza
-Abbigliamento next,Corso Matteotti, Castel San Giovanni
-La Foresta Incantata, via Montanara , Castel San Giovanni
-Dress di Tania B-Largo Umberto I -Cortemaggiore
-L'Airone di Barbara Borra-via Bernini 16 Castelvetro Piacentino
-Distributore Shell -via Breda- Monticelli d'Ongina
-CGIL Monticelli-Patronato-via Pasquali 2 Monticelli d'Ongina
-Il pane Quotidiano,via Calzolai,Piacenza
-Erboristeria l'Oca Irriverente, via Mazzini 55 Piacenza
-Libreria Feltrinelli, via xx Settembre ,Piacenza
-Bottega commercio equo Pecora Nera, via Legnano, Piacenza
-Animalandia,via Rigolli 47,Piacenza
-Parrucchiere Sandro,via S.Antonino 12, Piacenza,
-Clinica veterinaria Fina, via Piacandello 10 , Piacenza
-Bar Le Lanterne, Via Pace 12,Piacenza
-Naturasì, via Emilia Pavese 88, Piacenza
-Lo Fai,Handmade Bar, via Cavalletto 4,Piacenza
-Il Punto macrobiotico-via Alberoni 38 Piacenza
-L'Albero del Pane via X Giugno 80-Piacenza
-Abbigliamento next,Corso Matteotti, Castel San Giovanni
-La Foresta Incantata, via Montanara , Castel San Giovanni
-Dress di Tania B-Largo Umberto I -Cortemaggiore
-L'Airone di Barbara Borra-via Bernini 16 Castelvetro Piacentino
-Distributore Shell -via Breda- Monticelli d'Ongina
-CGIL Monticelli-Patronato-via Pasquali 2 Monticelli d'Ongina
articoli stampa:
Perché va fermata subito
la caccia a 239 volpi
di Manrico Maglia
Nelle settimane scorse è apparso su Libertà un lungo articolo firmato dall'assessore Ghirardelli in cui cercava di dare spiegazioni e motivazioni dell'abbattimento senza però dare i risultati precisi del censimento degli esemplari viventi di volpe rossa (vulpes Vulpes) presenti sul territorio.
I carnivori regolamentano le proprie nascite, il numero e il sesso dei nascituri in base all'apporto proteico nella loro alimentazione durante la gravidanza, per cui riducendo il numero drasticamente degli animali nel territorio, aumentano le prede per gli eventuali sopravvissuti…quindi non si riequilibra nulla con l'abbattimento selvaggio.
Perché proprio di questo si tratta, andare nelle zone faunistiche in cui la caccia è vietata, al di fuori del calendario venatorio, significa arrecare disturbo a tutta la fauna presente oltre che arrecare reale danno alle colture in atto (frumento) con 10 cacciatori che le calpestano. Se poi per danni agricoli delle volpi sono considerate le sottrazioni di animali da cortile, beh basterebbe utilizzare ricoveri ben protetti.
Trovo altresì assurdo parlare del caso di Trichinellosi delle volpi come di zoonosi a rischio per l'uomo, senza specificare che tale malattia è trasmissibile solamente cibandosi di carni crude o poco cotte dell'animale infetto, per cui sarei curioso di sapere chi nel 2013 potrebbe mai pensare di portare a tavola una volpe arrosto.
Purtroppo però, il Signor assessore non ha approfondito l'argomento come meritava cioè specificando ed informando i lettori che la Trichinellosi attacca non solo i canidi ma in maggior numero i cinghiali e molti di quelli abbattuti vengono macellati privatamente da parte dei cacciatori, senza nessun esame delle carni, rivendute poi a ristoranti e/o a privati o consumate da loro stessi…
E il cinghiale è presente in tante ricette culinarie per cui ben più pericolosa la sua carne di quella della volpe.
Per quanto riguarda la foto della femmina di volpe e i cuccioli uccisi, sbranati dai cani che viene spesso postata su internet, si sa che non è attuale, visto che la "mattanza" non è ancora iniziata (se inizia) e che il periodo riproduttivo inizierà a febbraio e le nascite a marzo/aprile, ma serve a fare capire agli utenti del web i risultati della caccia in tana che vogliono far svolgere….
L'80% della dieta della volpe è basata di topi, avicole e ratti, per cui è un ottimo regolatore di animali vettori di malattie facilmente trasmissibili all'uomo, si nutre di frutta caduta a terra e bacche e insetti, è altresì provato che nella sua dieta ci siano sia piccoli di capriolo che di cinghiale, per cui regolatore naturale di queste due specie in collina e montagna, ed in pianura pure di nutrie, vero flagello reale per gli agricoltori.
Se per nocivo, poi si considera che si nutre pure di fagiani e pernici allevati in cattività e rilasciati spaesati nelle campagne per essere impallinati dai cacciatori, beh lo trovo semplicemente assurdo… anche perché lo sanno tutti, che dopo una settimana dall'apertura della caccia, i volatili immessi saranno praticamente tutti prelevati con l'attività venatoria.
A questo punto sono due le considerazioni da fare, una è che la volpe è specie normalmente cacciabile per cui non si capisce il bisogno di ulteriore abbattimento, la seconda considerazione è che i capi che verrebbero abbattuti riguardano zone in cui non si effettua il ripopolamento, per cui che danni arreca?
Nelle zone di silenzio venatorio esistono popolazioni selvatiche di fagiani, lepri e starne, e la volpe, come tutti i predatori riesce a catturare solo animali feriti, vecchi o debilitati, quindi fa un'ottima selezione naturale al contrario di fucili e piombo che non lasciano possibilità di salvezza a nessuno.
Miei amici cacciatori, si chiedono dove verranno cercate 239 volpi da abbattere (quest'anno), visto che in oltre 30 anni di attività venatoria, loro non ne hanno mai vista una… e, se anche l'avessero vista, non gli avrebbero sparato..
Forse è ora di ascoltare gli oltre 8000 firmatari (ad oggi) della petizione a difesa di questi animali, da sempre presenti nei nostri territori...
Vorrei mai un giorno raccontare ai miei nipoti una fiaba che inizi con: "C'era una volta la volpe... ".
15/11/2013
la caccia a 239 volpi
di Manrico Maglia
- venerdì 15 novembre 2013
Nelle settimane scorse è apparso su Libertà un lungo articolo firmato dall'assessore Ghirardelli in cui cercava di dare spiegazioni e motivazioni dell'abbattimento senza però dare i risultati precisi del censimento degli esemplari viventi di volpe rossa (vulpes Vulpes) presenti sul territorio.
I carnivori regolamentano le proprie nascite, il numero e il sesso dei nascituri in base all'apporto proteico nella loro alimentazione durante la gravidanza, per cui riducendo il numero drasticamente degli animali nel territorio, aumentano le prede per gli eventuali sopravvissuti…quindi non si riequilibra nulla con l'abbattimento selvaggio.
Perché proprio di questo si tratta, andare nelle zone faunistiche in cui la caccia è vietata, al di fuori del calendario venatorio, significa arrecare disturbo a tutta la fauna presente oltre che arrecare reale danno alle colture in atto (frumento) con 10 cacciatori che le calpestano. Se poi per danni agricoli delle volpi sono considerate le sottrazioni di animali da cortile, beh basterebbe utilizzare ricoveri ben protetti.
Trovo altresì assurdo parlare del caso di Trichinellosi delle volpi come di zoonosi a rischio per l'uomo, senza specificare che tale malattia è trasmissibile solamente cibandosi di carni crude o poco cotte dell'animale infetto, per cui sarei curioso di sapere chi nel 2013 potrebbe mai pensare di portare a tavola una volpe arrosto.
Purtroppo però, il Signor assessore non ha approfondito l'argomento come meritava cioè specificando ed informando i lettori che la Trichinellosi attacca non solo i canidi ma in maggior numero i cinghiali e molti di quelli abbattuti vengono macellati privatamente da parte dei cacciatori, senza nessun esame delle carni, rivendute poi a ristoranti e/o a privati o consumate da loro stessi…
E il cinghiale è presente in tante ricette culinarie per cui ben più pericolosa la sua carne di quella della volpe.
Per quanto riguarda la foto della femmina di volpe e i cuccioli uccisi, sbranati dai cani che viene spesso postata su internet, si sa che non è attuale, visto che la "mattanza" non è ancora iniziata (se inizia) e che il periodo riproduttivo inizierà a febbraio e le nascite a marzo/aprile, ma serve a fare capire agli utenti del web i risultati della caccia in tana che vogliono far svolgere….
L'80% della dieta della volpe è basata di topi, avicole e ratti, per cui è un ottimo regolatore di animali vettori di malattie facilmente trasmissibili all'uomo, si nutre di frutta caduta a terra e bacche e insetti, è altresì provato che nella sua dieta ci siano sia piccoli di capriolo che di cinghiale, per cui regolatore naturale di queste due specie in collina e montagna, ed in pianura pure di nutrie, vero flagello reale per gli agricoltori.
Se per nocivo, poi si considera che si nutre pure di fagiani e pernici allevati in cattività e rilasciati spaesati nelle campagne per essere impallinati dai cacciatori, beh lo trovo semplicemente assurdo… anche perché lo sanno tutti, che dopo una settimana dall'apertura della caccia, i volatili immessi saranno praticamente tutti prelevati con l'attività venatoria.
A questo punto sono due le considerazioni da fare, una è che la volpe è specie normalmente cacciabile per cui non si capisce il bisogno di ulteriore abbattimento, la seconda considerazione è che i capi che verrebbero abbattuti riguardano zone in cui non si effettua il ripopolamento, per cui che danni arreca?
Nelle zone di silenzio venatorio esistono popolazioni selvatiche di fagiani, lepri e starne, e la volpe, come tutti i predatori riesce a catturare solo animali feriti, vecchi o debilitati, quindi fa un'ottima selezione naturale al contrario di fucili e piombo che non lasciano possibilità di salvezza a nessuno.
Miei amici cacciatori, si chiedono dove verranno cercate 239 volpi da abbattere (quest'anno), visto che in oltre 30 anni di attività venatoria, loro non ne hanno mai vista una… e, se anche l'avessero vista, non gli avrebbero sparato..
Forse è ora di ascoltare gli oltre 8000 firmatari (ad oggi) della petizione a difesa di questi animali, da sempre presenti nei nostri territori...
Vorrei mai un giorno raccontare ai miei nipoti una fiaba che inizi con: "C'era una volta la volpe... ".
15/11/2013
14\11\13 LIBERTA'
L'abbattimento non ha motivazioni
La Provincia faccia un passo indietro e impedisca lo sterminio delle volpi
di LUCIA FONTANA
Bello, bellissimo il graffiante articolo di fondo "Tra volpi e conigli mannari, io scelgo le volpi, vive", a firma del prof. Stefano Maglia, pubblicato su Libertà del 30 ottobre e a cui, curiosamente, la Provincia non ha mai replicato. E' vero, ahimè, le volpi non votano, così come amaramente conclude l'autore dell'articolo, ma, per fortuna, votano le migliaia di cittadini (sino a oggi, 11 novembre, sono più di 8mila) che aderendo all'appello "Sos volpi a Piacenza, no all'abbattimento" lanciato dal Coordinamento associazioni animaliste e ambientaliste della provincia, hanno apposto e continuano ad apporre le loro firme a sostegno della mobilitazione pubblica che così vuole esprimere la sua profonda indignazione nei confronti della decisione assunta dalla Provincia di Piacenza con delibera n. 194 del 27 settembre 2013 di adottare un piano di controllo della volpe che prevede l'uccisione per il prossimo quinquennio del 60% di questi animali e specificamente, dal 1 dicembre 2013, l'eliminazione di 239 volpi anche con metodi cruenti quali la caccia in tana con cani e la caccia con trappole a cassetta.
L'indignazione di tutti coloro che si oppongono a tale piano non è espressione di una sorta di spirito compassionevole, né di sentimentalismo zoofilo come ironicamente vorrebbero far intendere sia quella parte minoritaria dell'opinione pubblica sia cacciatori e agricoltori che rispettivamente per indifferenza o per interesse sostengono tale decisione, ma è piuttosto la reazione consapevole e cosciente alla manifesta partigianeria e faziosità di un provvedimento che è stato sollecitato dalle categorie sopra menzionate per loro palese tornaconto e che è stato assunto dalla Provincia esclusivamente per mera compiacenza. Ne sono prova le motivazioni che queste categorie adducono a sostegno del piano di abbattimento e che la Provincia supinamente ha fatto proprie nella delibera di approvazione del piano che così recita: ".... la volpe sembra la principale causa di mortalità di starne e lepri, altresì le organizzazioni professionali agricole e gli ambiti territoriali di caccia lamentano la ripresa delle predazioni sugli animali di bassa corte e sulla piccola fauna stanziale".
E dunque la Provincia applica un piano che prevede quello che eufemisticamente l'assessore alla caccia e all'agricoltura, Manuel Ghilardelli, definisce un "prelievo preciso e scientifico", ma che nella cruda realtà significa uccisione anzi strazio di animali, esseri senzienti così come riconosciuti dall'art. 13 del Trattato di Lisbona ratificato nel 2008 e divenuto legge dello Stato italiano nel 2009, anche con l'impiego di modalità particolarmente cruente (caccia in tana con utilizza di cani a gamba corta e trappole a cassetta), degne della più spietata manualistica di metodi di soppressione. Non ci credete? Toglietevi la curiosità e andate a vedere sui siti internet che riguardano la caccia alla volpe e guardate i corpi straziati di cuccioli accanto alla madre!
In sostanza, si accusa la volpe di fare la volpe, e cioè "di avere contribuito alla progressiva scomparsa di lepri e fagiani oltre ad aver ucciso animali da cortile così provocando gravi danni a cacciatori e ad agricoltori". Ma l'assessore Ghilardelli si premura altresì di aggiungere che la volpe è "potenzialmente nociva per l'uomo"!
Non è necessario essere stati insigniti del premio Nobel per le scienze ambientali per contestare, con autentico approccio scientifico, le accuse pretestuosamente rivolte alla volpe. Se è vero, così come sostengono i sostenitori del piano, che le volpi sono troppe (qualcuno addirittura utilizza l'espressione "invasione") e che è imputabile al loro eccessivo numero la riduzione di lepri e fagiani, lasciamo alla natura il compito di riequilibrare il numero delle specie: la volpe è animale predatore e la riduzione delle loro prede determinerà la naturale riduzione del loro numero senza alcun bisogno che uno scellerato piano di controllo intervenga ancora una volta a interferire con le più sagge leggi di natura, a meno che non si dica chiaramente e senza ipocrisia ciò che in realtà è: i cacciatori vogliono cacciare la volpe perché predatrice naturale di altri animali che pretendono di cacciare per loro diletto; e la nostra Provincia approva!
E' piuttosto da imputarsi al variegato e conflittuale mondo venatorio lo squilibrio di cui da tempo soffre l'ambiente; un esempio per tutti: i cinghiali frutto di reintroduzioni effettuate negli Anni '70 dalle associazioni venatorie con cinghiali centro-europei più grossi e prolifici dell'omologo nostrano che, nonostante i piani di intervento e le mattanze dei cacciatori, prolificano sempre più numerosi.
Anche gli agricoltori si lamentano delle predazioni della volpe (ma si lamentano pure delle incursioni dei cacciatori nelle loro proprietà) e dunque si rammenta loro che per quanto riguarda i cacciatori purtroppo non vi è rimedio alcuno, mentre per le volpi, l'utilizzo di semplici ed economiche misure di intervento quali recinti elettrificati e accortezza nel ricovero notturno degli animali da cortile ridurrebbe i lamentati danni che, tuttavia, dai dati forniti dalla Regione, risultano nell'ultimo decennio pari a zero.
Sul richiamato pericolo per la salute dell'uomo, cui l'assessore Ghilardelli pone l'accento con enfasi facendo leva su paure ancestrali, preme replicare che essere potenzialmente pericoloso non significa essere pericoloso; non siamo in presenza di fenomeni epidemici pericolosi per l'uomo (rabbia, etc.), che giustificherebbero necessari interventi. Sull'unico caso di trichinellosi rinvenuto in una volpe abbattuta nel novembre del 2012, la stessa Ausl ebbe a raccomandare nessun allarmismo, richiamando piuttosto l'attenzione sul controllo della carne di cinghiale poiché la trichinellosi si trasmette all'uomo solo attraverso l'assunzione di carne cruda o poco cotta. E mi pare che l'invito a mangiare "pane e volpe" sia rivolto solo agli uomini, purtroppo tanti, che difettano della proverbiale astuzia di questo animale!
E' vero, anche altre Province hanno deliberato piani di abbattimento delle volpi, ma è altrettanto vero che i Tar hanno annullato tali delibere (Tar Venezia, Tar Siena e da ultimo Tar Parma con recentissima sentenza 23 ottobre 2013 contro la delibera della Provincia di Reggio Emilia) dichiarando che gli atti amministrativi impugnati violavano la L. 157/92 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio) in forza della quale, al fine di contenere una specie selvatica ritenuta nociva, occorre preventivamente valutare l'idoneità dei metodi ecologici e solo in caso di inefficacia degli stessi certificata dall'Ispra, è possibile autorizzare i piani di abbattimento. In tutte le decisioni dei TAR di accoglimento dei ricorsi viene evidenziata la carenza di un adeguato e dimostrato piano di contenimento basato in via prioritaria su metodi incruenti previsti dall'art. 19 della legge nazionale 157/92. Ma anche il Consiglio di Stato interviene sul punto e, entrando nel merito della questione, dichiara che, poiché la fauna selvatica è tutelata nell'interesse di tutti i cittadini, quando vi è conflitto con una parte, ad esempio con i cacciatori che lamentano perdite per le predazioni delle volpi, poiché è parte minoritaria, il loro interesse minoritario deve soccombere rispetto all'interesse collettivo generale.
Ma io voglio sperare che la mia Provincia e i miei amministratori ripensino alla loro scelta e con un gesto civile condiviso dalla maggioranza della popolazione provinciale impediscano lo sterminio delle volpi, in specie con i metodi cruenti indicati in delibera. Sarebbe un gesto di sicuro impatto sociale e di gran peso politico, significativo della volontà dell'Ente di condividere il cammino di civiltà inarrestabile già profetizzato dal genio di Leonardo Da Vinci: "Verrà un giorno in cui gli uomini conosceranno l'intimo animo degli animali e, quel giorno, un delitto contro un animale sarà considerato un delitto contro l'Umanità".
E non è fuori luogo ricordare che l'esortazione di papa Francesco a prenderci cura del Creato ci deve impegnare personalmente anche quando è minacciata la vita di una sua creatura quale è la volpe.
Dunque, caro presidente, caro Massimo, occorre avere coraggio, adesso! Io sto dalla parte delle volpi, vive. E tu?
14/11/2013
ai clic qui per effettuare modifiche.
L'abbattimento non ha motivazioni
La Provincia faccia un passo indietro e impedisca lo sterminio delle volpi
di LUCIA FONTANA
Bello, bellissimo il graffiante articolo di fondo "Tra volpi e conigli mannari, io scelgo le volpi, vive", a firma del prof. Stefano Maglia, pubblicato su Libertà del 30 ottobre e a cui, curiosamente, la Provincia non ha mai replicato. E' vero, ahimè, le volpi non votano, così come amaramente conclude l'autore dell'articolo, ma, per fortuna, votano le migliaia di cittadini (sino a oggi, 11 novembre, sono più di 8mila) che aderendo all'appello "Sos volpi a Piacenza, no all'abbattimento" lanciato dal Coordinamento associazioni animaliste e ambientaliste della provincia, hanno apposto e continuano ad apporre le loro firme a sostegno della mobilitazione pubblica che così vuole esprimere la sua profonda indignazione nei confronti della decisione assunta dalla Provincia di Piacenza con delibera n. 194 del 27 settembre 2013 di adottare un piano di controllo della volpe che prevede l'uccisione per il prossimo quinquennio del 60% di questi animali e specificamente, dal 1 dicembre 2013, l'eliminazione di 239 volpi anche con metodi cruenti quali la caccia in tana con cani e la caccia con trappole a cassetta.
L'indignazione di tutti coloro che si oppongono a tale piano non è espressione di una sorta di spirito compassionevole, né di sentimentalismo zoofilo come ironicamente vorrebbero far intendere sia quella parte minoritaria dell'opinione pubblica sia cacciatori e agricoltori che rispettivamente per indifferenza o per interesse sostengono tale decisione, ma è piuttosto la reazione consapevole e cosciente alla manifesta partigianeria e faziosità di un provvedimento che è stato sollecitato dalle categorie sopra menzionate per loro palese tornaconto e che è stato assunto dalla Provincia esclusivamente per mera compiacenza. Ne sono prova le motivazioni che queste categorie adducono a sostegno del piano di abbattimento e che la Provincia supinamente ha fatto proprie nella delibera di approvazione del piano che così recita: ".... la volpe sembra la principale causa di mortalità di starne e lepri, altresì le organizzazioni professionali agricole e gli ambiti territoriali di caccia lamentano la ripresa delle predazioni sugli animali di bassa corte e sulla piccola fauna stanziale".
E dunque la Provincia applica un piano che prevede quello che eufemisticamente l'assessore alla caccia e all'agricoltura, Manuel Ghilardelli, definisce un "prelievo preciso e scientifico", ma che nella cruda realtà significa uccisione anzi strazio di animali, esseri senzienti così come riconosciuti dall'art. 13 del Trattato di Lisbona ratificato nel 2008 e divenuto legge dello Stato italiano nel 2009, anche con l'impiego di modalità particolarmente cruente (caccia in tana con utilizza di cani a gamba corta e trappole a cassetta), degne della più spietata manualistica di metodi di soppressione. Non ci credete? Toglietevi la curiosità e andate a vedere sui siti internet che riguardano la caccia alla volpe e guardate i corpi straziati di cuccioli accanto alla madre!
In sostanza, si accusa la volpe di fare la volpe, e cioè "di avere contribuito alla progressiva scomparsa di lepri e fagiani oltre ad aver ucciso animali da cortile così provocando gravi danni a cacciatori e ad agricoltori". Ma l'assessore Ghilardelli si premura altresì di aggiungere che la volpe è "potenzialmente nociva per l'uomo"!
Non è necessario essere stati insigniti del premio Nobel per le scienze ambientali per contestare, con autentico approccio scientifico, le accuse pretestuosamente rivolte alla volpe. Se è vero, così come sostengono i sostenitori del piano, che le volpi sono troppe (qualcuno addirittura utilizza l'espressione "invasione") e che è imputabile al loro eccessivo numero la riduzione di lepri e fagiani, lasciamo alla natura il compito di riequilibrare il numero delle specie: la volpe è animale predatore e la riduzione delle loro prede determinerà la naturale riduzione del loro numero senza alcun bisogno che uno scellerato piano di controllo intervenga ancora una volta a interferire con le più sagge leggi di natura, a meno che non si dica chiaramente e senza ipocrisia ciò che in realtà è: i cacciatori vogliono cacciare la volpe perché predatrice naturale di altri animali che pretendono di cacciare per loro diletto; e la nostra Provincia approva!
E' piuttosto da imputarsi al variegato e conflittuale mondo venatorio lo squilibrio di cui da tempo soffre l'ambiente; un esempio per tutti: i cinghiali frutto di reintroduzioni effettuate negli Anni '70 dalle associazioni venatorie con cinghiali centro-europei più grossi e prolifici dell'omologo nostrano che, nonostante i piani di intervento e le mattanze dei cacciatori, prolificano sempre più numerosi.
Anche gli agricoltori si lamentano delle predazioni della volpe (ma si lamentano pure delle incursioni dei cacciatori nelle loro proprietà) e dunque si rammenta loro che per quanto riguarda i cacciatori purtroppo non vi è rimedio alcuno, mentre per le volpi, l'utilizzo di semplici ed economiche misure di intervento quali recinti elettrificati e accortezza nel ricovero notturno degli animali da cortile ridurrebbe i lamentati danni che, tuttavia, dai dati forniti dalla Regione, risultano nell'ultimo decennio pari a zero.
Sul richiamato pericolo per la salute dell'uomo, cui l'assessore Ghilardelli pone l'accento con enfasi facendo leva su paure ancestrali, preme replicare che essere potenzialmente pericoloso non significa essere pericoloso; non siamo in presenza di fenomeni epidemici pericolosi per l'uomo (rabbia, etc.), che giustificherebbero necessari interventi. Sull'unico caso di trichinellosi rinvenuto in una volpe abbattuta nel novembre del 2012, la stessa Ausl ebbe a raccomandare nessun allarmismo, richiamando piuttosto l'attenzione sul controllo della carne di cinghiale poiché la trichinellosi si trasmette all'uomo solo attraverso l'assunzione di carne cruda o poco cotta. E mi pare che l'invito a mangiare "pane e volpe" sia rivolto solo agli uomini, purtroppo tanti, che difettano della proverbiale astuzia di questo animale!
E' vero, anche altre Province hanno deliberato piani di abbattimento delle volpi, ma è altrettanto vero che i Tar hanno annullato tali delibere (Tar Venezia, Tar Siena e da ultimo Tar Parma con recentissima sentenza 23 ottobre 2013 contro la delibera della Provincia di Reggio Emilia) dichiarando che gli atti amministrativi impugnati violavano la L. 157/92 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio) in forza della quale, al fine di contenere una specie selvatica ritenuta nociva, occorre preventivamente valutare l'idoneità dei metodi ecologici e solo in caso di inefficacia degli stessi certificata dall'Ispra, è possibile autorizzare i piani di abbattimento. In tutte le decisioni dei TAR di accoglimento dei ricorsi viene evidenziata la carenza di un adeguato e dimostrato piano di contenimento basato in via prioritaria su metodi incruenti previsti dall'art. 19 della legge nazionale 157/92. Ma anche il Consiglio di Stato interviene sul punto e, entrando nel merito della questione, dichiara che, poiché la fauna selvatica è tutelata nell'interesse di tutti i cittadini, quando vi è conflitto con una parte, ad esempio con i cacciatori che lamentano perdite per le predazioni delle volpi, poiché è parte minoritaria, il loro interesse minoritario deve soccombere rispetto all'interesse collettivo generale.
Ma io voglio sperare che la mia Provincia e i miei amministratori ripensino alla loro scelta e con un gesto civile condiviso dalla maggioranza della popolazione provinciale impediscano lo sterminio delle volpi, in specie con i metodi cruenti indicati in delibera. Sarebbe un gesto di sicuro impatto sociale e di gran peso politico, significativo della volontà dell'Ente di condividere il cammino di civiltà inarrestabile già profetizzato dal genio di Leonardo Da Vinci: "Verrà un giorno in cui gli uomini conosceranno l'intimo animo degli animali e, quel giorno, un delitto contro un animale sarà considerato un delitto contro l'Umanità".
E non è fuori luogo ricordare che l'esortazione di papa Francesco a prenderci cura del Creato ci deve impegnare personalmente anche quando è minacciata la vita di una sua creatura quale è la volpe.
Dunque, caro presidente, caro Massimo, occorre avere coraggio, adesso! Io sto dalla parte delle volpi, vive. E tu?
14/11/2013
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domenica 10 novembre 2013
No alla caccia alla volpe: già 8mila le firme
Il Coordinamento: «Quantificati i danni: in 9 anni pari a zero». Banchetti il sabato
Ottomila firme raccolte in meno di due settimane per salvare duecento VOLPI del Piacentino. Un risultato che ha già superato anche quello della precedente campagna del coordinamento delle associazioni ambientaliste ed animaliste, due anni fa, per chiedere venisse fermata la caccia ai daini e ai caprioli. Banchetti nel centro cittadino pieni di gente, anche in coda per firmare e sito internet intasato. Un bel successo, per gli organizzatori: «È il segnale evidente della contrarietà di tantissimi cittadini alla delibera provinciale quinquennale che per quest'anno ha disposto l'abbattimento di 239 VOLPI - spiega Laura Chiappa a nome del coordinamento che riunisce quindici associazioni -. Il numero di firme raccolte è molto alto a dimostrazione del fatto che le persone hanno esteso agli animali selvatici il rispetto e l'empatia che, un tempo, riservavano esclusivamente agli animali d'affezione. Ci auguriamo che la Provincia ci ascolti».
E sulle recenti dichiarazioni dell'assessore provinciale Manuel Ghilardelli, che aveva motivato il piano di prelievo della volpe, gli animalisti replicano così: «Il parere Ispra non è affatto positivo. L'Ispra con l'ultima nota del 24 settembre ha subordinato la positività del parere al rispetto di tutte le disposizioni date, compresa quella dell'esclusione al ricorso di cani da seguita per evitare il forte impatto di questo tipo di caccia sulle altre specie, richiesta assolutamente disattesa nella delibera con motivazioni inconsistenti. Attendiamo inoltre di sapere l'importo esatto dei danni causati da questa specie in tutto il territorio provinciale, compresi gli Atc. Il consigliere regionale Gabriella Meo ha già risposto dichiarando che l'importo lordo dei danni dal 2003 dal 2012 nella provincia di Piacenza è stato quasi pari a zero. Di cosa stimo parlando, dunque? Ricordiamo anche che il piano faunistico venatorio della Provincia di Piacenza per i danni al patrimonio zootecnico causati dalla volpe prevede con l'utilizzo di semplici ed economiche misure d'intervento l'eliminazione degli episodi di predazione».
Il piano di controllo partirà il primo dicembre. «La caccia in tana è prevista fino al 31 maggio di ogni anno in squadre - concludono i referenti delle associazioni - e quindi anche durante il periodo riproduttivo della volpe in aprile, maggio. Allora ci saranno le uccisioni dei cuccioli. A Piacenza le VOLPI le vogliamo vive».
La raccolta firme è promossa da Legambiente, Lav, Wwf, Arca di Noè, Lega nazionale della difesa del cane, Oipa, Leal di Cortemaggiore e Piacenza, Micio bau, Qua la zampa, Senza catene, Micioamico, Asilo del cane, Gatti nel cuore, Amici del cane.
La raccolta firme continua durante i prossimi sabati, dalle 9.30 alle 18 sotto i Portici del palazzo Ina a Piacenza. Sono diciotto le attività commerciali del territorio che hanno aderito alla raccolta firme, disponibile sul sito www. salviamoleVOLPI. weebly. comit.
e. mal
10/11/2013
Fai clic qui per effettuare modifiche.
No alla caccia alla volpe: già 8mila le firme
Il Coordinamento: «Quantificati i danni: in 9 anni pari a zero». Banchetti il sabato
Ottomila firme raccolte in meno di due settimane per salvare duecento VOLPI del Piacentino. Un risultato che ha già superato anche quello della precedente campagna del coordinamento delle associazioni ambientaliste ed animaliste, due anni fa, per chiedere venisse fermata la caccia ai daini e ai caprioli. Banchetti nel centro cittadino pieni di gente, anche in coda per firmare e sito internet intasato. Un bel successo, per gli organizzatori: «È il segnale evidente della contrarietà di tantissimi cittadini alla delibera provinciale quinquennale che per quest'anno ha disposto l'abbattimento di 239 VOLPI - spiega Laura Chiappa a nome del coordinamento che riunisce quindici associazioni -. Il numero di firme raccolte è molto alto a dimostrazione del fatto che le persone hanno esteso agli animali selvatici il rispetto e l'empatia che, un tempo, riservavano esclusivamente agli animali d'affezione. Ci auguriamo che la Provincia ci ascolti».
E sulle recenti dichiarazioni dell'assessore provinciale Manuel Ghilardelli, che aveva motivato il piano di prelievo della volpe, gli animalisti replicano così: «Il parere Ispra non è affatto positivo. L'Ispra con l'ultima nota del 24 settembre ha subordinato la positività del parere al rispetto di tutte le disposizioni date, compresa quella dell'esclusione al ricorso di cani da seguita per evitare il forte impatto di questo tipo di caccia sulle altre specie, richiesta assolutamente disattesa nella delibera con motivazioni inconsistenti. Attendiamo inoltre di sapere l'importo esatto dei danni causati da questa specie in tutto il territorio provinciale, compresi gli Atc. Il consigliere regionale Gabriella Meo ha già risposto dichiarando che l'importo lordo dei danni dal 2003 dal 2012 nella provincia di Piacenza è stato quasi pari a zero. Di cosa stimo parlando, dunque? Ricordiamo anche che il piano faunistico venatorio della Provincia di Piacenza per i danni al patrimonio zootecnico causati dalla volpe prevede con l'utilizzo di semplici ed economiche misure d'intervento l'eliminazione degli episodi di predazione».
Il piano di controllo partirà il primo dicembre. «La caccia in tana è prevista fino al 31 maggio di ogni anno in squadre - concludono i referenti delle associazioni - e quindi anche durante il periodo riproduttivo della volpe in aprile, maggio. Allora ci saranno le uccisioni dei cuccioli. A Piacenza le VOLPI le vogliamo vive».
La raccolta firme è promossa da Legambiente, Lav, Wwf, Arca di Noè, Lega nazionale della difesa del cane, Oipa, Leal di Cortemaggiore e Piacenza, Micio bau, Qua la zampa, Senza catene, Micioamico, Asilo del cane, Gatti nel cuore, Amici del cane.
La raccolta firme continua durante i prossimi sabati, dalle 9.30 alle 18 sotto i Portici del palazzo Ina a Piacenza. Sono diciotto le attività commerciali del territorio che hanno aderito alla raccolta firme, disponibile sul sito www. salviamoleVOLPI. weebly. comit.
e. mal
10/11/2013
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1\11\13
Caccia alla volpe, per l'appello degli ambientalisti
si schiera anche l'eurodeputato Andrea Zanoni
«Hanno un ruolo importantissimo nella selezione delle specie selvatiche»
Appello contro la caccia alla volpe: anche l'eurodeputato Andrea Zanoni, vice presidente dell'Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo ha aderisce alla petizione lanciata dalle associazioni ambientaliste. «Invito tutti i cittadini che rispettano e amano gli animali e la natura a fermare questa scellerata decisione, firmando la petizione. Le volpi sono gli unici carnivori selvatici e, quindi, devono essere tutelate per il ruolo importantissimo che svolgono nella selezione delle specie selvatiche. Con il provvedimento emanato dalla Provincia di Piacenza - segnala l'europarlamentare - le volpi verranno uccise di fatto quasi tutto l'anno, anche in pieno periodo riproduttivo, condannando al massacro madri e cuccioli. Invito tutti i cittadini che rispettano gli animali e la natura a sostenere la petizione "Sos Volpi a Piacenza - No all'abbattimento" per fermare una strage inutile e addirittura dannosa. Ricordo, infatti, che le volpi sono gli unici carnivori selvatici e, proprio per questo, svolgono il compito fondamentale di selettori naturali delle specie selvatiche. È noto, infatti, il ruolo biologico della Volpe di predatrice di altre specie quali ratti e nutrie. La volpe, in particolare, non cattura solo i cuccioli ma anche gli esemplari adulti di Nutria. Sono animali, dunque, che vanno tutelati e non massacrati per il mero divertimento dei cacciatori»
Quindici i gruppi del Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste ed Animaliste della provincia di Piacenza hanno lanciato una petizione online e cartacea per chiedere la revoca della delibera "ammazza Volpi".
Le firme raccolte da Amici del cane, Arca di Noè, Asilo del cane, Gatti nel cuore, Lega Anti Vivisezione (LAV), Lega Nazionale per la difesa del cane, Leal Cortemaggiore, Leal Piacenza, Legambiente Piacenza, Wwf Sezione Regionale, Micio Bau, Micioamico, Oipa, Senza Catene, Qua la Zampa saranno inviate al presidente della Provincia di Piacenza Massimo Trespidi, all'assessore alla Tutela Faunistica Manuel Ghilardelli e all'assessore provinciale all'Ambiente Patrizia Barbieri.
Il provvedimento è stato emanato dalla Provincia di Piacenza con la delibera numero 194 del 27 settembre 2013 che ha disposto un piano di abbattimento quinquennale che prevede l'uccisione del 60% delle Volpi stimate sul territorio, ovvero circa 239 animali per il 2013/ 2014. I metodi previsti vanno dalla caccia in tana con cani addestrati alla caccia in squadra fino a 10 cacciatori e 4 cani, alla gabbie trappola fino alla caccia notturna e alla carabina.
Libertà, 01/11/2013
Caccia alla volpe, per l'appello degli ambientalisti
si schiera anche l'eurodeputato Andrea Zanoni
«Hanno un ruolo importantissimo nella selezione delle specie selvatiche»
Appello contro la caccia alla volpe: anche l'eurodeputato Andrea Zanoni, vice presidente dell'Intergruppo per il Benessere e la Conservazione degli Animali al Parlamento europeo ha aderisce alla petizione lanciata dalle associazioni ambientaliste. «Invito tutti i cittadini che rispettano e amano gli animali e la natura a fermare questa scellerata decisione, firmando la petizione. Le volpi sono gli unici carnivori selvatici e, quindi, devono essere tutelate per il ruolo importantissimo che svolgono nella selezione delle specie selvatiche. Con il provvedimento emanato dalla Provincia di Piacenza - segnala l'europarlamentare - le volpi verranno uccise di fatto quasi tutto l'anno, anche in pieno periodo riproduttivo, condannando al massacro madri e cuccioli. Invito tutti i cittadini che rispettano gli animali e la natura a sostenere la petizione "Sos Volpi a Piacenza - No all'abbattimento" per fermare una strage inutile e addirittura dannosa. Ricordo, infatti, che le volpi sono gli unici carnivori selvatici e, proprio per questo, svolgono il compito fondamentale di selettori naturali delle specie selvatiche. È noto, infatti, il ruolo biologico della Volpe di predatrice di altre specie quali ratti e nutrie. La volpe, in particolare, non cattura solo i cuccioli ma anche gli esemplari adulti di Nutria. Sono animali, dunque, che vanno tutelati e non massacrati per il mero divertimento dei cacciatori»
Quindici i gruppi del Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste ed Animaliste della provincia di Piacenza hanno lanciato una petizione online e cartacea per chiedere la revoca della delibera "ammazza Volpi".
Le firme raccolte da Amici del cane, Arca di Noè, Asilo del cane, Gatti nel cuore, Lega Anti Vivisezione (LAV), Lega Nazionale per la difesa del cane, Leal Cortemaggiore, Leal Piacenza, Legambiente Piacenza, Wwf Sezione Regionale, Micio Bau, Micioamico, Oipa, Senza Catene, Qua la Zampa saranno inviate al presidente della Provincia di Piacenza Massimo Trespidi, all'assessore alla Tutela Faunistica Manuel Ghilardelli e all'assessore provinciale all'Ambiente Patrizia Barbieri.
Il provvedimento è stato emanato dalla Provincia di Piacenza con la delibera numero 194 del 27 settembre 2013 che ha disposto un piano di abbattimento quinquennale che prevede l'uccisione del 60% delle Volpi stimate sul territorio, ovvero circa 239 animali per il 2013/ 2014. I metodi previsti vanno dalla caccia in tana con cani addestrati alla caccia in squadra fino a 10 cacciatori e 4 cani, alla gabbie trappola fino alla caccia notturna e alla carabina.
Libertà, 01/11/2013
Libertà-mercoledì 30 ottobre 2013,pagina 1
Tra volpi e conigli mannari
io scelgo le volpi. Vive
di STEFANO MAGLIA*
Potrebbe essere il titolo di una fiaba di Perrault. In realtà è una cosa che con le fiabe non ha nulla a che fare.Conigli mannari. Contemporaneamente pavidi e crudeli. Forti coi deboli e deboli coi forti. Caratteristiche tipiche di una certa politica ambientale del nostro Paese.
Un esempio? Ci sono alcuni enti ormai ritenuti indiscutibilmente inutili che in molti casi riescono ad essere persino dannosi. Pensiamo, ad esempio, alla "provincia"la cui minima utilità risiede sostanzialmente nel fatto che dovrebbe occuparsi con competenza, coraggio, responsabilità e autorevolezza di ambiente e territorio. Ci sono ovviamente casi in cui ciò avviene, ma nella maggior parte dei casi no. E poi ci sono casi che brillano per la loro drammatica peculiarità. Prendiamo la provincia di Piacenza, la nostra provincia.
Di cose di cui occuparsi con le caratteristiche di cui sopra ce ne sarebbero un sacco: siamo uno dei territori col tasso di inquinamento atmosferico più alto del mondo (andate a vedere i dati delle malattie all'apparato respiratorio dei nostri bambini), di una fragilità idrogeologica spaventosa (con novembre arriveranno, guarda caso, le piogge e con esse il fango, frane e smottamenti senza alcuna prevenzione.
Almeno il presidente della Provincia questa volta non ripeterà il bis di qualche anno fa quando da New York affermava che i suoi concittadini che lottavano col e nel fango dovevano essere orgogliosi della sua prestazione alla famosa maratona, una produzione pro-capite di rifiuti tra le più elevate d'Italia (è questo il vero dato che bisogna guardare, non quello della raccolta differenziata!), ed una concentrazione di nitrati elevatissima nelle acque. E questo tanto per iniziare.
La provincia che fa? A parte il dettaglio che il precedente assessore all'ambiente è stato coinvolto in una inchiesta di corruzione nel più assordante silenzio delle istituzioni, ultimamente accade non solo che per aver un'autorizzazione a far qualunque cosa ci vogliono tempi paragonabili alla costruzione della piramide di Cheope, ma che, una volta ottenuta, al primo starnuto di protesta di fatidici comitati sostenuti dal qualche carneade politico, la provincia faccia (parziale) marcia indietro.
Ma sì, forse abbiamo sbagliato, ma forse no. Le cose bisogna decidere "prima" se si fanno o no. Con tempi, competenze, procedure e dinamiche certe. Punto.
Questo indomito coraggio ultimamente si è manifestato con un atto finalmente davvero coraggioso e lungimirante decidendo - sulla spinta di cacciatori e agricoltori (tipo ai tempi di Neanderthal) - di consentire la caccia a 239 (!) volpi perché sostanzialmente mangiano le prede che i cacciatori liberano per poterle poi ammazzare a loro diletto. Ma, si sa, i cacciatori e i comitati votano e le volpi no.
Tra conigli mannari e volpi io scelgo le volpi. Vive..
*Professore in Legislazione ambientale, Università di Parma
Tra volpi e conigli mannari
io scelgo le volpi. Vive
di STEFANO MAGLIA*
Potrebbe essere il titolo di una fiaba di Perrault. In realtà è una cosa che con le fiabe non ha nulla a che fare.Conigli mannari. Contemporaneamente pavidi e crudeli. Forti coi deboli e deboli coi forti. Caratteristiche tipiche di una certa politica ambientale del nostro Paese.
Un esempio? Ci sono alcuni enti ormai ritenuti indiscutibilmente inutili che in molti casi riescono ad essere persino dannosi. Pensiamo, ad esempio, alla "provincia"la cui minima utilità risiede sostanzialmente nel fatto che dovrebbe occuparsi con competenza, coraggio, responsabilità e autorevolezza di ambiente e territorio. Ci sono ovviamente casi in cui ciò avviene, ma nella maggior parte dei casi no. E poi ci sono casi che brillano per la loro drammatica peculiarità. Prendiamo la provincia di Piacenza, la nostra provincia.
Di cose di cui occuparsi con le caratteristiche di cui sopra ce ne sarebbero un sacco: siamo uno dei territori col tasso di inquinamento atmosferico più alto del mondo (andate a vedere i dati delle malattie all'apparato respiratorio dei nostri bambini), di una fragilità idrogeologica spaventosa (con novembre arriveranno, guarda caso, le piogge e con esse il fango, frane e smottamenti senza alcuna prevenzione.
Almeno il presidente della Provincia questa volta non ripeterà il bis di qualche anno fa quando da New York affermava che i suoi concittadini che lottavano col e nel fango dovevano essere orgogliosi della sua prestazione alla famosa maratona, una produzione pro-capite di rifiuti tra le più elevate d'Italia (è questo il vero dato che bisogna guardare, non quello della raccolta differenziata!), ed una concentrazione di nitrati elevatissima nelle acque. E questo tanto per iniziare.
La provincia che fa? A parte il dettaglio che il precedente assessore all'ambiente è stato coinvolto in una inchiesta di corruzione nel più assordante silenzio delle istituzioni, ultimamente accade non solo che per aver un'autorizzazione a far qualunque cosa ci vogliono tempi paragonabili alla costruzione della piramide di Cheope, ma che, una volta ottenuta, al primo starnuto di protesta di fatidici comitati sostenuti dal qualche carneade politico, la provincia faccia (parziale) marcia indietro.
Ma sì, forse abbiamo sbagliato, ma forse no. Le cose bisogna decidere "prima" se si fanno o no. Con tempi, competenze, procedure e dinamiche certe. Punto.
Questo indomito coraggio ultimamente si è manifestato con un atto finalmente davvero coraggioso e lungimirante decidendo - sulla spinta di cacciatori e agricoltori (tipo ai tempi di Neanderthal) - di consentire la caccia a 239 (!) volpi perché sostanzialmente mangiano le prede che i cacciatori liberano per poterle poi ammazzare a loro diletto. Ma, si sa, i cacciatori e i comitati votano e le volpi no.
Tra conigli mannari e volpi io scelgo le volpi. Vive..
*Professore in Legislazione ambientale, Università di Parma
30 ottobre 2013 GEAPRESS
Piacenza – Abbattimenti volpi. Per la Consigliera Meo (Verdi) si tratta sempre di sterminio Polemica con l'assessore provinciale alla tutela faunistica. Eviti di parlare di malattie delle volpi
“Cambiano di volta in volta le giustificazioni, ma alla fine il risultato dei piani di controllo della volpe è sempre lo stesso: uno sterminio crudele e dannoso, oltre che inutile.” Così la consigliera regionale dei Verdi Gabriella Meo commenta le parole dell’assessore alla Tutela faunistica della Provincia di Piacenza Manuel Ghilardelli, secondo cui l’uccisione di centinaia di volpi “mira a riequilibrare la presenza di questi animali i cui danni (alla fauna e al mondo agricolo) non sempre sono risarcibili o evitabili”.
“L’assessore – continua Meo – dovrebbe sapere, perché la Provincia comunica annualmente alla Regione questi dati, che dal 2003 al 2012 nel piacentino l’importo dei danni lordi accertati alle produzioni agricole causati dalle volpi è stato quasi 0 (zero) euro, quando invece per altre specie cacciabili, come cinghiali, lepri e fagiani, i danni registrati variano dalle poche migliaia alle decine di migliaia di euro all’anno. Dico quasi perché i danni da volpe sono talmente irrisori da venire inseriti nella categoria residuale delle “altre specie” nelle tabelle regionali.”
“In mancanza di migliori argomentazioni – spiega l’esponente ecologista – l’assessore poi estrae l’asso dalla manica ricordando che l’anno scorso una volpe è stata trovata positiva alla trichinellosi (una malattia trasmissibile all’uomo)“. Il sospetto è che forse in tale maniera si potrebbe spaventare qualche inconsapevole lettore ottenendo per questo un maggiore consenso per il suo piano di abbattimenti. “Sarebbe bastato chiedere informazioni ai servizi veterinari delle Ausl – ha aggiunto la Consigliera Meo – per sapere che si tratta semplicemente di vermi parassiti che infestano soprattutto i cinghiali e che la trasmissione all’uomo avviene esclusivamente per via alimentare, attraverso il consumo di carne cruda o poco cotta contenente le larve del parassita.”
In altri termini, se il problema è la tutela della salute pubblica l’assessore farebbe meglio ad intensificare i controlli sanitari sulle carni di cinghiale e sulle macellazioni “fai da te” delle squadre di braccata, effettuando l’esame parassitologico sui campioni di tutti gli animali abbattuti e bloccandone il consumo alimentare. “Come stanno facendo in questi giorni in Toscana, proprio al di là del confine” ha concluso la Consigliera Meo.
Piacenza – Abbattimenti volpi. Per la Consigliera Meo (Verdi) si tratta sempre di sterminio Polemica con l'assessore provinciale alla tutela faunistica. Eviti di parlare di malattie delle volpi
“Cambiano di volta in volta le giustificazioni, ma alla fine il risultato dei piani di controllo della volpe è sempre lo stesso: uno sterminio crudele e dannoso, oltre che inutile.” Così la consigliera regionale dei Verdi Gabriella Meo commenta le parole dell’assessore alla Tutela faunistica della Provincia di Piacenza Manuel Ghilardelli, secondo cui l’uccisione di centinaia di volpi “mira a riequilibrare la presenza di questi animali i cui danni (alla fauna e al mondo agricolo) non sempre sono risarcibili o evitabili”.
“L’assessore – continua Meo – dovrebbe sapere, perché la Provincia comunica annualmente alla Regione questi dati, che dal 2003 al 2012 nel piacentino l’importo dei danni lordi accertati alle produzioni agricole causati dalle volpi è stato quasi 0 (zero) euro, quando invece per altre specie cacciabili, come cinghiali, lepri e fagiani, i danni registrati variano dalle poche migliaia alle decine di migliaia di euro all’anno. Dico quasi perché i danni da volpe sono talmente irrisori da venire inseriti nella categoria residuale delle “altre specie” nelle tabelle regionali.”
“In mancanza di migliori argomentazioni – spiega l’esponente ecologista – l’assessore poi estrae l’asso dalla manica ricordando che l’anno scorso una volpe è stata trovata positiva alla trichinellosi (una malattia trasmissibile all’uomo)“. Il sospetto è che forse in tale maniera si potrebbe spaventare qualche inconsapevole lettore ottenendo per questo un maggiore consenso per il suo piano di abbattimenti. “Sarebbe bastato chiedere informazioni ai servizi veterinari delle Ausl – ha aggiunto la Consigliera Meo – per sapere che si tratta semplicemente di vermi parassiti che infestano soprattutto i cinghiali e che la trasmissione all’uomo avviene esclusivamente per via alimentare, attraverso il consumo di carne cruda o poco cotta contenente le larve del parassita.”
In altri termini, se il problema è la tutela della salute pubblica l’assessore farebbe meglio ad intensificare i controlli sanitari sulle carni di cinghiale e sulle macellazioni “fai da te” delle squadre di braccata, effettuando l’esame parassitologico sui campioni di tutti gli animali abbattuti e bloccandone il consumo alimentare. “Come stanno facendo in questi giorni in Toscana, proprio al di là del confine” ha concluso la Consigliera Meo.
Libertà-Opinioni-martedì 29 ottobre 2013-pagina 45
Volpe, non è caccia
ma piano di controllo
di MANUEL GHILARDELLI*
E'doveroso precisare, dopo l'avvio della raccolta firme contro l'abbattimento delle volpi sul territorio provinciale, che non è stata aperta nel Piacentino la caccia alla volpe. La Provincia ha dato attuazione al piano quinquennale di controllo - previo parere positivo dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) - in cui non è contenuto alcun intento persecutorio nei confronti delle volpi. Il piano di controllo mira piuttosto a riequilibrare la presenza di questi animali i cui danni (alla fauna e al mondo agricolo) non sempre sono risarcibili o evitabili. Ricordo anche che l'anno scorso una volpe è stata trovata positiva alla trichinellosi (una malattia trasmissibile all'uomo) e che sono state registrate diverse segnalazioni di cani contagiati dalla rogna. L'Amministrazione provinciale conferma, come avviene di consueto, la propria disponibilità al confronto con il coordinamento delle associazioni ambientaliste ed animaliste ma invita a dare informazioni corrette.
La percentuale di volpi abbattibili è pari al 60% della popolazione di volpi nelle Zone protette (aree che interessano circa il 25% del territorio) e non nell'intera provincia. Quindi l'incidenza sull'intera popolazione provinciale è pari al 15% circa. Inoltre le foto dei cuccioli morti che circolano in questi giorni non possono essere attribuite al Piano in questione perché in questo momento non ci sono piccoli ed inoltre il prelievo in tana non viene esercitato in questo periodo. Infine il Piano prevede una miglior gestione della fauna di interesse venatorio, con la riduzione dei ripopolamenti ed il divieto del ricorso ad animali di provenienza estera.
Sulla richiesta, giunta alla Provincia dall'associazione migratoristi italiani per la conservazione e la tutela dell'ambiente naturale, di riduzione del numero degli Ambiti territoriali di caccia. "Le proposte - ha aggiunto l'assessore - saranno valutate dall'Amministrazione provinciale anche in rapporto alle sollecitazioni in arrivo dalle altre associazioni del territorio. Al di là degli obblighi di legge, si riconoscono i vantaggi di una possibile riduzione del numero di Atc. Ma si riconoscono anche le potenzialità offerte dall'attuale sistema degli Atc: per questo motivo è opportuno attendere il nuovo Piano faunistico venatorio al fine di acquisire elementi oggettivi.
*assessore alla Tutela faunistica della Provincia di Piacenza
Volpe, non è caccia
ma piano di controllo
di MANUEL GHILARDELLI*
E'doveroso precisare, dopo l'avvio della raccolta firme contro l'abbattimento delle volpi sul territorio provinciale, che non è stata aperta nel Piacentino la caccia alla volpe. La Provincia ha dato attuazione al piano quinquennale di controllo - previo parere positivo dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) - in cui non è contenuto alcun intento persecutorio nei confronti delle volpi. Il piano di controllo mira piuttosto a riequilibrare la presenza di questi animali i cui danni (alla fauna e al mondo agricolo) non sempre sono risarcibili o evitabili. Ricordo anche che l'anno scorso una volpe è stata trovata positiva alla trichinellosi (una malattia trasmissibile all'uomo) e che sono state registrate diverse segnalazioni di cani contagiati dalla rogna. L'Amministrazione provinciale conferma, come avviene di consueto, la propria disponibilità al confronto con il coordinamento delle associazioni ambientaliste ed animaliste ma invita a dare informazioni corrette.
La percentuale di volpi abbattibili è pari al 60% della popolazione di volpi nelle Zone protette (aree che interessano circa il 25% del territorio) e non nell'intera provincia. Quindi l'incidenza sull'intera popolazione provinciale è pari al 15% circa. Inoltre le foto dei cuccioli morti che circolano in questi giorni non possono essere attribuite al Piano in questione perché in questo momento non ci sono piccoli ed inoltre il prelievo in tana non viene esercitato in questo periodo. Infine il Piano prevede una miglior gestione della fauna di interesse venatorio, con la riduzione dei ripopolamenti ed il divieto del ricorso ad animali di provenienza estera.
Sulla richiesta, giunta alla Provincia dall'associazione migratoristi italiani per la conservazione e la tutela dell'ambiente naturale, di riduzione del numero degli Ambiti territoriali di caccia. "Le proposte - ha aggiunto l'assessore - saranno valutate dall'Amministrazione provinciale anche in rapporto alle sollecitazioni in arrivo dalle altre associazioni del territorio. Al di là degli obblighi di legge, si riconoscono i vantaggi di una possibile riduzione del numero di Atc. Ma si riconoscono anche le potenzialità offerte dall'attuale sistema degli Atc: per questo motivo è opportuno attendere il nuovo Piano faunistico venatorio al fine di acquisire elementi oggettivi.
*assessore alla Tutela faunistica della Provincia di Piacenza
Volpi, oltre mille firme in un giorno: «Stop al piano, caccia in tana cruenta per i cuccioli» Coordinamento: stand i prossimi 4 sabati. On-line più di 1.900 Libertà domenica 27 ottobre 2013
È un risultato record quello ottenuto dalle 15 associazioni del Coordinamento animalista e ambientalista della provincia di Piacenza. In una sola giornata, sono state infatti raccolte oltre mille firme, che si aggiungono alle 1.913 già raccolte dalla petizione partita on line da un privato cittadino nelle scorse settimane. Tanti i cittadini che, ieri, si sono fermati sotto i portici di piazza Cavalli ad aderire all'appello "A Piacenza le volpi piacciono vive", lanciato per chiedere alla Provincia che venga revocata la delibera (194 del 27 settembre 2013) con la quale si autorizza il piano di abbattimento, dal primo dicembre, di 289 volpi. «Questo atto ha disposto l'abbattimento per 5 anni del 60% delle volpi presenti sul territorio provinciali - spiega Laura Chiappa a nome del coordinamento -. I piani di controllo sono previsti dalla normativa regionale e nazionale ma solo come extrema ratio. Le volpi sono cacciate ordinariamente durante la stagione venatoria: che motivo c'è di cacciarle ulteriormente con il piano di controllo? Imputare inoltre all'eccessiva presenza della volpe l'impossibilità dello stabilirsi sul territorio provinciale di popolazione vitali di fagiani, starne, pernici rosse e la diminuzione del numero di lepri è un'operazione strumentale». Lo stesso piano faunistico infatti dichiara che nella dieta della volpe solo circa il dieci per cento del volume è composto da selvaggina. E i danni causati agli animali di bassa corte? «La prevenzione è la risposta più efficace, con recinti ben costruiti e ricoveri notturni» precisano i promotori della raccolta firme, i quali puntano il dito soprattutto sui metodi di caccia, considerati inaccettabili. «Ad esempio la caccia in tana ha recentemente causato una forte mobilitazione nazionale, è cruenta - precisa Sabrina Soprani, del coordinamento - non lascia scampo ai cuccioli, braccati direttamente nelle tane». La raccolta firme prosegue il 2 e il 16 novembre in via Venti Settembre, il 9 e il 23 novembre sotto i portici di piazza Cavalli, sempre dalle 9 alle 18. Le informazioni e la petizione sono disponibili anche sul sito www. salviamolevolpi. weebly. com, dove si può anche scaricare una lettera di protesta da inviare agli assessori provinciali Manuel Ghilardelli e Patrizia Barbieri.
Malac.
Firme per salvare le volpi Oggi in Piazza Cavalli mobilitate le associazioni
Libertà sabato 26 ottobre 2013, PROVINCIA,pagina 24
"A Piacenza le volpi piacciono vive". È questo uno degli slogan con il quale le quindici associazioni del Coordinamento animalista ed ambientalista piacentino lanceranno oggi pomeriggio sotto i portici di piazza Cavalli (palazzo Ina) a Piacenza, dalle 9.30 alle 18, la raccolta firme cartacea per bloccare il Piano che prevede per il 2013-14 l'abbattimento di 239 volpi nel Piacentino, cioè il 60 per cento della specie stimata nel nostro territorio dalle associazioni ambientaliste e animaliste. Il piano di selezione della volpe era stato approvato a settembre dalla giunta provinciale, ma gli ambientalisti e gli animalisti sono subito passati al contrattacco: ogni sabato per tutto il mese novembre, sotto i portici, i volontari delle associazioni saranno a disposizione di chiunque voglia chiedere che venga revocata la delibera della giunta di corso Garibaldi. Per chi non potesse raggiungere piazza Cavalli, sarà comunque possibile scaricare la petizione cartacea anche on line, al sito www. salviamolevolpi. weebly. com. Come già accaduto per l'iniziativa contro la caccia a caprioli e daini, dove oltre 7mila piacentini firmarono la petizione, anche questa raccolta firme sarà ospitata da molte attività commerciali di Piacenza e provincia che in queste ore stanno aderendo all'iniziativa promossa da Amici del cane, Arca di Noè, Asilo del cane, Gatti nel cuore, Lega Antivivisezionista (Lav), Lega Nazionale per la difesa del cane, Leal Cortemaggiore, Leal Piacenza, Legambiente Piacenza, Wwf Sezione Regionale, Micio Bau, Micioamico, Oipa, Senza Catene, Qua la Zampa. Il gruppo attivato alcune settimane fa su Facebook "Fermiamo la caccia alle 239 volpi" ha già raccolto più di 2700 adesioni.
LA RICHIESTA ARRIVA IN REGIONE La richiesta ufficiale perché la Regione sospenda i piani di controllo della volpe approvati dalle Province, realizzando uno studio scientifico sulla consistenza della popolazione di questo animale, è stata infatti presentata in un'interrogazione da Gabriella Meo (Verdi). «I danni causati dalle volpi ogni anno rappresentano una cifra irrisoria che gli uffici fanno perfino fatica a quantificare, mentre quelli alle colture agricole causati da lepri e fagiani, le prede favorite della volpe, superano le centinaia di migliaia di euro - spiega la consigliera -. Nel 2011 sono stati liquidati oltre 300mila euro di danni da fagiano e quasi 170mila euro di danni da lepre. Lepri e fagiani sono rilasciati dagli Atc in grandi quantità sui territori di loro competenza soltanto per incrementare ulteriormente le occasioni di caccia; le volpi potrebbe ridurre notevolmente i danni che le Province devono pagare ogni anno per fagiani e lepri, ma, ovviamente, questo significherebbe meno prede da abbattere per i cacciatori. Inoltre è consuetudine delle Province autorizzare la pratica della caccia in tana nel periodo riproduttivo - precisa la consigliera -. Questo metodo inutilmente crudele si svolge utilizzando mute di cani da caccia che scavano nelle tane per infilarvisi e trascinare via o sbranare i cuccioli con i loro genitori».
Malac.
Libertà sabato 26 ottobre 2013, PROVINCIA,pagina 24
"A Piacenza le volpi piacciono vive". È questo uno degli slogan con il quale le quindici associazioni del Coordinamento animalista ed ambientalista piacentino lanceranno oggi pomeriggio sotto i portici di piazza Cavalli (palazzo Ina) a Piacenza, dalle 9.30 alle 18, la raccolta firme cartacea per bloccare il Piano che prevede per il 2013-14 l'abbattimento di 239 volpi nel Piacentino, cioè il 60 per cento della specie stimata nel nostro territorio dalle associazioni ambientaliste e animaliste. Il piano di selezione della volpe era stato approvato a settembre dalla giunta provinciale, ma gli ambientalisti e gli animalisti sono subito passati al contrattacco: ogni sabato per tutto il mese novembre, sotto i portici, i volontari delle associazioni saranno a disposizione di chiunque voglia chiedere che venga revocata la delibera della giunta di corso Garibaldi. Per chi non potesse raggiungere piazza Cavalli, sarà comunque possibile scaricare la petizione cartacea anche on line, al sito www. salviamolevolpi. weebly. com. Come già accaduto per l'iniziativa contro la caccia a caprioli e daini, dove oltre 7mila piacentini firmarono la petizione, anche questa raccolta firme sarà ospitata da molte attività commerciali di Piacenza e provincia che in queste ore stanno aderendo all'iniziativa promossa da Amici del cane, Arca di Noè, Asilo del cane, Gatti nel cuore, Lega Antivivisezionista (Lav), Lega Nazionale per la difesa del cane, Leal Cortemaggiore, Leal Piacenza, Legambiente Piacenza, Wwf Sezione Regionale, Micio Bau, Micioamico, Oipa, Senza Catene, Qua la Zampa. Il gruppo attivato alcune settimane fa su Facebook "Fermiamo la caccia alle 239 volpi" ha già raccolto più di 2700 adesioni.
LA RICHIESTA ARRIVA IN REGIONE La richiesta ufficiale perché la Regione sospenda i piani di controllo della volpe approvati dalle Province, realizzando uno studio scientifico sulla consistenza della popolazione di questo animale, è stata infatti presentata in un'interrogazione da Gabriella Meo (Verdi). «I danni causati dalle volpi ogni anno rappresentano una cifra irrisoria che gli uffici fanno perfino fatica a quantificare, mentre quelli alle colture agricole causati da lepri e fagiani, le prede favorite della volpe, superano le centinaia di migliaia di euro - spiega la consigliera -. Nel 2011 sono stati liquidati oltre 300mila euro di danni da fagiano e quasi 170mila euro di danni da lepre. Lepri e fagiani sono rilasciati dagli Atc in grandi quantità sui territori di loro competenza soltanto per incrementare ulteriormente le occasioni di caccia; le volpi potrebbe ridurre notevolmente i danni che le Province devono pagare ogni anno per fagiani e lepri, ma, ovviamente, questo significherebbe meno prede da abbattere per i cacciatori. Inoltre è consuetudine delle Province autorizzare la pratica della caccia in tana nel periodo riproduttivo - precisa la consigliera -. Questo metodo inutilmente crudele si svolge utilizzando mute di cani da caccia che scavano nelle tane per infilarvisi e trascinare via o sbranare i cuccioli con i loro genitori».
Malac.